lunedì 28 marzo 2011

COME SALVARE LA CULTURA



Ci scusiamo con i promotori Marina di Virgilio e Antonio Tucci per la nostra assenza dovuta a motivi di salute. Il nostro intervento programmato a sostegno della giornata è di seguito riportato.

ORTONA 27 Marzo 2011 - Piazza del Teatro Tosti
Organizzazione promossa a favore della "Giornata Mondiale del Teatro"

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

maurovanni ----> da una lettera di Massimo Cacciari

“Tagli ai finanziamenti per la cultura” … è come vomitare sulla nostra storia, … prendere in giro ciò che siamo, negare ciò che rappresentiamo per il mondo intero. Anche se hanno appena promesso di far riapparire magicamente la voce sul bilancio dello stato, la volontà socio-politica rimane quella.

“La cultura non serve” … ha sentenziato il governo, e le amministrazioni dello stesso colore, fatte per lo più della stessa gente, restano inermi di fronte allo stallo generale.

Tra un'impotente volontà di conservare tutto, perché tutto può essere utili ai fini del “voto”, e l'incuria e l’ignoranza che si traducono in continuo e sistematico taglio a ripetizione, ci troviamo di fronte ad una situazione drammatica.

Per i miseri saper amministrare vuol dire evitare di incontrare nuove idee, aver paura di esse; “vuoti a perdere” che seguono il nulla dell’onda generale centrale, e che si tuffano verso la soluzione più facile: "tagliamo anche noi quel poco che abbiamo e facciamo andare avanti la baracca facendo finta di niente!!!"

Vi sembra una società contemporanea questa? …o vi sembra di essere ripiombati nel medioevo? …. fate un po’ voi!!! Naturalmente gli omaggi e i formalismi verso la “Cultura” continuano a sprecarsi.

Ma si tiene in scarsa considerazione il fatto che essa non vive che rinnovandosi, inventando nuove forme e linguaggi, e che oggi purtroppo nel mondo contemporaneo lo si può fare ad alto livello soltanto disponendo di risorse, pubbliche o private che siano, di committenze e di mercati forti.

Certo è encomiabile avere quattrini per l'ennesima messa in scena della grande opera dell'Ottocento, è straordinario allestire l'ennesima esposizione traslocando opere mitiche da un museo all'altro.

Siamo convinti che saper ricordare è certamente elemento essenziale di una Cultura - ma solo quando “ricordare” sia davvero immaginativo… Solo quando ci si rivolge al passato in base agli interessi, alle urgenze, alle domande del presente.

Altrimenti ricordare, se va bene, si trasforma in sedentaria erudizione. Mi direte, ci vuole anche questa! ….. ma per essa bastano, o dovrebbero bastare, università e accademie. Oramai ce ne sono di ogni gusto!!

Doveroso, oltre che necessario, anche per il nostro Prodotto Interno Lordo, evitare il crollo di Pompei o del Palazzo Ducale …… ma che non si trovino risorse per tali nobili fini è segno non soltanto di indecente ignoranza, ma di assoluta miopia economica da parte delle nostre classi dirigenti.

Una decadenza storico-culturale annunciata da anni nei proclami televisivi di quasi ogni rete, e che si concretizza giorno dopo giorno sotto i nostri occhi increduli ed impotenti!!

E tuttavia dubito che mantenere “buoni ospizi e attrezzate cliniche all’avanguardia” per i nostri monumenti, musei, teatri e siti archeologici, significhi fare politica culturale.

Diceva un tale che conosceva bene i classici e se ne nutriva come del pane, che la venerazione per la storia passata è destinata a rendere estremamente difficile fare la propria!

I classici non vogliono essere contemplati, ma usati come potenti contraddizioni nei confronti dei luoghi comuni, delle banalità, delle volgarità del linguaggio presente.

Insomma, la memoria va bene soltanto quando ci serve a fare la nostra storia. E questo è il vero insegnamento dell'Umanesimo. Leggersi “le Deche su Livio” del Machiavelli.

O i luoghi della conservazione divengono questo o non sono luoghi di produzione culturale. O i teatri mettono in dialogo e in contrasto passato e presente, o non fanno né teatro né musica.


Ma ciò non significa certo aprire un nuovo museo, un book shop o un caffè nello stesso, o ospitarvi una festa da ballo o fare dei Grandi Eventi nella città. Non significa spendere centocinquantamila euro l’anno di fuochi d’artificio per feste patronali e per sagre tutte uguali! E non significa neanche commissionare l’ennesimo nuovo allestimento per la miliardesima edizione della meravigliosa Traviata.

Ciò significa invece far diventare la parte didattica, editoriale e di ricerca il core-business del museo, e commissionare di conseguenza nuove opere liriche e teatrali.

E soprattutto significa fare di musei e teatri anche spazi aperti e agibili a iniziative di enti e associazioni culturali fuori dal giro istituzionale. Un po' di off-Broadway, insomma. Senza frenare su affitti, impedimenti burocratici, o ciò che più è grave limitare l’uso degli spazi culturali a chi si è opposto apertamente e democraticamente al vassallaggio dei teatri e dei musei!!

L’unica alternativa ai tagli ministeriali ci invita a mettere in comunicazione l'ufficiale (costretto a certi standard, assillato com'è dalla paura di veder scendere spettatori, abbonati, ecc.) con lo sperimentale, e quando è di valore con l’amatoriale anche se più arrischiato*.
(* e oggi sono qui, a rappresentare una compagnia amatoriale locale che piaccia o no ha prodotto, senza aiuto di finanziamenti pubblici diretti, i più alti introiti teatrali di sempre della città … e tra i più alti della stessa regione … Un motivo ci deve essere!!!! )

Sono conscio, però, che “Cultura è innovazione” …. e innovazione non può darsi senza prova e senza errori, ma soprattutto senza sfidare i gusti consolidati di un pubblico sempre più vecchio e pigro, e di una critica addormentata o in molti casi solo trascinata da correnti politiche o da interessi economici.

E, badate bene, … che una politica socio-culturale di questo genere potrebbe essere avviata anche senza spesa …… o soltanto premiando in qualche forma le istituzioni o le associazioni che la perseguissero.

Diciamo che spesso le idee non mancano, i gruppi di giovani, nel teatro, nell'arte, nella musica, ci sono. Inizialmente chiedono solo attrezzature e luoghi, magari copertura delle utenze essenziali. …… costi in un anno pari al cachet di una star per una serata……

….. ma chi ci governa ce l’ha dolorosamente insegnato. Questi i loro abituali argomenti: diseducazione del pubblico, inerzia burocratica delle istituzioni, corporativismo dilagante che induce il popolo alla disperazione culturale.

Fortunatamente a tutto ciò siamo abituati perché avuto in dote dall’ultimo “ventennio” politico e dai loro “piccoli adepti” che pur di sistemarsi fanno sempre finta di niente. Gonfi del nulla pur di autocelebrarsi “persone di cultura, cantanti o magari attori”, riconoscibili e spesso guidati da burattinai culturali o da politici mercenari di turno, forti dei loro agganci, protetti da ogni eventualità!!! Per loro le porte degli unici spazi palesemente dedicati all’arte, devono essere sempre aperte, … ma i loro occhi miopi a prescindere o meno della valenza artistica della quale si nutrono, mettono a fuoco solo quello che credono di conoscere e davanti al successo di altri muovono finte compiacenze, invidie ed idiozie.

Concludo, ringraziando chi ci ha invitato a partecipare a questa importante giornata a favore della cultura! Che ben vengano occasioni popolari simili dove potersi esprimere liberamente sulle arti e sul teatro. E’ suggestivo ritrovarsi e sentirsi, in ogni caso, vicini tutti quelli che amano sul serio il teatro, e che non lo innalzano solo perché porta il pane nelle loro tasche!

Sarebbe altrettanto fantastico, infine, se riuscissimo a condividere un altro pensiero comune, affinché il palco non continui ad essere solo il podio di finti atleti o lo spazio deturpato dalle immancabili sovvenzioni pubbliche clientelari, puntualmente elargite da “ciechi” agli attori ad “ogni costo”.

La scena deve essere illuminata principalmente dall’applauso del pubblico, deve divenire ogni volta una placenta di valori, deve ergersi come il luogo massimo dei linguaggi, il luogo dei sogni, della storia, della gioia, della sofferenza, della protesta e delle contradizioni socio-culturali!

Non possiamo più accettare il Teatro o il Museo come i luoghi culturali destinati ai raccomandati delle amministrazioni, sostenuti solo e sempre da fondi pubblici mal spesi per il popolo ed ingiustamente investiti nella più subdola politica clientelare mai parca nel soddisfare gli impegni di candidati e dei loro amici purchè vicini! Non possiamo più farci confondere dall’ego addensato delle loro finte coscienze etiche, innaffiate da genitori mai domi e delle loro interminabili famiglie da accontentare!!

L’arte come feudo di padrini e compari? .. basta!
L’arte e la cultura senza fondi? A mali estremi …. meglio!!! ….

Basta che diventi un terreno libero! Epurato dalla menzogna culturale che lo circonda. Un terreno gestito dalle eccellenze culturali, sostenuto dalle eccellenze popolari ….. nel pieno rispetto delle persone e dei luoghi deputati all’arte!